La nobiltà dell’allevatore… Pietro Sampietro

Tonco, ancorchè il profumo della collina sia appena accennato. Cancello e, dietro, la mia personale meraviglia. Vecchia fornace con ciminiera in mattoni rossi, trasformata in abitazione privata. Casa padronale in mezzo, foresteria e, alle spalle, la fornace di mattoni trasformata in stalla. Di una signorilità inglese, manco ci fossero i cavalli. Porte in legno e fascino industriale.

Volontà di potenza, giardino con erba all’inglese, scaletta applicata alla salita dei fumi e sguardo rivolto verso l’alto. Assolutamente rapito in quello che è sempre stato il momento di un vagheggio passeggero. Continue reading La nobiltà dell’allevatore… Pietro Sampietro

Quella pasticceria che ti distrae dal mare… Santi Palazzolo

Cinisi. Piccolo borgo, tra il mare e la montagna, tra la città e l’aeroporto. Assurto agli onori delle cronache per nomi semplici, ormai entrati nella memoria comune e nella normale dialettica cittadino-mafia. Impastato e Badalamenti, ecco quello che giunge alle orecchie facoltose e pauperiste dei progressisti che non si conformano: quelli che giudicano e rimangono manichei inscalfibili. La protesta è sempre qualcosa che segue… ma nel mentre… o non si poteva o non si era ancora nati oppure si stava facendo una partita a biliardo. E così si analizzano le sconfitte. Le stesse della vacca Cinisara, appartenente al gruppo delle Podoliche, ma sostanzialmente scomparsa. Continue reading Quella pasticceria che ti distrae dal mare… Santi Palazzolo

Il chinotto e le sue diramazioni… Alessio Pamparino

Finalborgo. Vallate che scendono dai declivi liguri, formando letti di fiumi in secca indefinita. All’interno (che assomiglia vieppiù alle Gole del Todra in Marocco) crescono alberi, arbusti, erba e capanne dissennate. Ogni tanto qualche terrazzamento nasconde un agrumeto. Limoni, Kumquat, Arance Pernambucco, Tarocco e Navellina, ma soprattutto Chinotti. Non tanto per la quantità (non si misurano in ettari ma in numero di piante…), quanto per l’unicità. Pochi produttori, ancor meno trasformatori e molti (ma qui siamo alle solite…) predoni. Su tutti, il decantato (chiaramente migliore delle bevande messe in commerchio a nome Chinotto… ma questo è facile…) Chinotto Lurisia. Continue reading Il chinotto e le sue diramazioni… Alessio Pamparino

Toscanità e altri discorsi… Vincenzo e Lorenzo Chini

Gaiole. In quelle vallate che sono la storia del Chianti. Pievi, diocesi, Fiesole, Arezzo, provincia di Siena o di Firenze sono sovrastrutture burocratiche ad un’imposizione geografica. Recitavano i fuggitivi della Grande Illusione di Renoir, alla fine del film, di frontiera alla Svizzera: “Ma sei sicuro che sia la Svizzera laggiù di fronte?” – “Che discorsi… Più che sicuro!”- ” A me sembra tutto uguale, qui” – “Eh, che cosa vuoi… Le frontiere non si vedono mica. Sono un’invenzione dell’uomo: la natura se ne fotte!”. Continue reading Toscanità e altri discorsi… Vincenzo e Lorenzo Chini

Maestri e Allievi… Ezio Marinato

Cinto Caomaggiore. Cittadina salita agli onori delle cronache per nulla in particolare. Quasi dimenticata. Sul confine tra Veneto e Friuli, plasmata con pianura, mattoni e asfalto. Centro abitato nel mezzo di rotonde, strade statali e mete da raggiungere. Che sia il mare o che siano le città, Cinto Caomaggiore sta lì, placida, utile, forse un filo indolente. Eppure… eppure…
… in quella scuola, tra i discoli giovanotti dall’accento veneto e dalla presenza confortante, intensa e selvatica, sono cresciuti due compagni, uno con il futuro dentro il lievito, l’altro con il pulp delle celle traslitterato in quello televisivo: Ezio Marinato (il carisma di queste sfocate parole…) e Fabrizio Nonis (macellaio con il vezzo dell’apparizione e della televisione, affascinato dalla comunicazione e dai programmi di genere…) Continue reading Maestri e Allievi… Ezio Marinato

Un norcino e il suo mondo… Morris Micheli

Sotto il Monte. Il paese di Giovanni XXIII. Papa eponimo che ha lasciato le sue tracce nel nome e nell’anima di un paese. Devoto. Abbarbicato ad una collina e con un cartello segnaletico pitturato di marrone. Qualcosa di storico e, nello stesso tempo, di sonnolento. Mi inoltro all’interno della nuova urbanistica, fatta di villette e case basse che si fanno corte sino al culmine della pieve. Molto verde e una popolazione che oscilla tra anziani e bambini, quelli che ancora hanno vanità a raccogliere aria fresca, senza un obiettivo, che sia un lavoro, una ragazza o una spesa al supermercato. Continue reading Un norcino e il suo mondo… Morris Micheli

L’alpeggio come forma di apertura al mondo… Graziano Lozzer

Arrivare in Valfloriana può essere semplice o può essere complesso, dipende dallo spirito, dal meteo e dall’idea che uno ha di ricreazione. Sei frazioni disperse tra gli alberi, i boschi, le chiese e quelle due, forse tre, botteghe che fanno capolino al di sopra del verde.  Ad un certo punto, un cartello indica “strada senza uscita” (ma è un bluff… la via c’è , è  asfaltata e porta fino a Malga Sass…), una diramazione a destra, verso un piccolo torrente (dove le trote salmonate possono vivere incontaminate oltre i quattro anni…) e una verso sinistra, che conduce all’interno dell’Agritur Fior di Bosco della famiglia Lozzer. Continue reading L’alpeggio come forma di apertura al mondo… Graziano Lozzer

All’improvviso un dolce nel deserto… Maurizio Colenghi

Montichiari. Sulla strada che porta verso Mantova. Una statale come tante nella Pianura Padana cantata dai maglioni e dalle nebbie. Uno di quei posti dove la bellezza ha lasciato spazio alla facilità: di trovare lavoro, di raggiungere il posto di lavoro, di avere l’Europa ad un tiro di schioppo e di non avere che la distrazione del congiunto o della congiunta, controllato o controllata dalla portinaia con lo zerbino al posto della lingua.
In un antro diffidente e nascosto c’è la nuova costruzione di Maurizio Colenghi, quel Dolce Reale che, negli ulimi mesi, ha percorso via Mantova di qualche centinaia di metri in direzione sud-est, per trovare una nuova casa. Continue reading All’improvviso un dolce nel deserto… Maurizio Colenghi