Una piadina fuori da qualsiasi previsione… Fresco Piada

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Riccione venendo da Rimini. Un’estetica di semafori e rotonde mancate. In mezzo tra la collina e il mare. Dove non ci vuole andare nessuno e dove vogliono andare tutti, troppi, anacronistici. Rimini è talmente nascosta da non avere una vendita. Tra i Romani e i Malatesta, la storia è stata portata via dagli stabilimenti balneari e dalle frazioni con i nomi più rutilanti. Riccione non ha un segreto, ha dei corsi e un centro storico che sono stati sventrati dalla voglia di silicone. Ci si allontana dal mare e si trova il cloro dei parchi acquatici e la selvatichezza dei parchi a tema. La sponsorizzazione attrattiva è il claim “vieni a vedere le lontre”. Ma chi va a vedere le lontre??? Così la zona industriale diventa quasi un lenitivo. Rotonde, rotonde, lavori in corso, caselli autostradali e il prodotto più tipico nel posto più tipico. La Piadina. Continue reading Una piadina fuori da qualsiasi previsione… Fresco Piada

Lièvita nel deserto senza ombrelloni… Alessandro Battazza

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Riccione. Viali alberati di un sabato a pranzo con il sole in crescendo. Tra l’autostrada e il mare non si riescono ancora a cogliere tutte le essenze di un luogo senza amore. Il turismo di massa ha lasciato sulla strada la faccia degli albergatori, costretti a vendere le camere fuori stagione manco fossero delle enciclopedie fuori tempo massimo, cittadini locali convinti che agosto possa perpetrarsi dodici mesi all’anno, pastry chef copioni che dei ristoranti d’alto bordo si sono portati dietro la mancanza di strutture, comunicatori del “si può fare anche senza siringa”, parchi acquatici fuori stagione dall’aspetto sinistro e cigolante, viali di tendenza dagli occhiali a specchio, la pelle irrancidita dalla sveglia alle due del pomeriggio e tanti troppi stabilimenti balneari. Continue reading Lièvita nel deserto senza ombrelloni… Alessandro Battazza

Il nome è un presagio di pasticceria… Grazia Mazzali

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Governolo. Parco del Mincio e frazione di Roncoferraro. In quell’angolo di Lombardia così remoto da togliere la poesia del viaggio da compiere. Il sapere di essere in un crocevia di culture e sensazioni non aggiunge nulla alla difficoltà dell’approccio. Se parti da Milano, hai due scelte: o circumnavighi e arrivi da altre regioni oppure ti appresti all’ignominia politica del traffico. Probabilmente i notabili locali non sono stati così influenti da costruire una linea retta. Questo mantiene pudore e senso. Ed è tutto lì, al di là della bellezza. Tra i pescatori del Mincio e i pioppeti, si alternano capanne, approdi e paesi. Il resto è piatti tipici e identità popolare. Continue reading Il nome è un presagio di pasticceria… Grazia Mazzali

Cremeria Capolinea: un freddo appagamento… Simone De Feo e Monica Fantuzzi

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Reggio Emilia. Ci sono delle somiglianze nella borghesia cittadina italiana che non possono lasciare indifferenti. Quello che accade non accade per caso: le stesse torri, i portoni simili, gli absidi sporgenti nella stessa maniera e i campanili nella medesima posizione lasciano indifferenti. È un abbandonarsi lascivo delle stesse persone agli stessi riti e agli stessi miti. C’è un’impostazione borghese che raglia la pianura padana, rimandando sempre la stessa immagine. Continue reading Cremeria Capolinea: un freddo appagamento… Simone De Feo e Monica Fantuzzi

Assenzio, luppolo e fumisterie… Saverio Denti

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Roncadella, frazione di Reggio Emilia sulla strada per Modena. Case base, villette agricole, qualche vacca nascosta dietro il legno, erba, qualche vigneto in via di sviluppo e tanta terra rovesciata. È una campagna appena accennata, senza strepitii e case di villeggiatura. Qualche pensionato borghese con il suo orto da famiglia allargata e qualche cane in mezzo alla strada, unico ridente rumore, fanno da sfondo al desiderio contadino da fuga dalla città. Questa è l’immagine più corroborante di provincia italiana. Continue reading Assenzio, luppolo e fumisterie… Saverio Denti

Un pizzaiolo di strada… Giò Mandara

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Reggio Emilia. La borghesia va blandita lentamente. In quelle strade, tra quei teatri, tra quegli acciottolati e in quelle scarpe con il tacco in gomma che circoscrivono l’autorità, i cani sono ancora avvolti in copertine anti-freddo, mentre fuori esplode la primavera del sarcasmo. Così impiego una buona mezz’ora a cambiare piazza, a guardare getti d’acqua e a sbirciare tra gli aperitivi rimasti classici nelle noccioline e nel Crodino. Un sabato mattina senza fretta mi porta di fronte allo Spazio Gerra, un posto che non avrei pensato, contemporaneo e luminoso. Qualcosa di più simile ad un bistrot, da artista squattrinato ripulito giusto in tempo per la mitologia della foto a tutti i costi. Ma quando Giovanni Mandara è arrivato qui, a fine anni ’80, questo sfavillio non era così definito. Prima della rivoluzione, qui c’era un vecchio albergo. Poi, a metà anni ’90, Giò, pizzaiolo di Tramont Continue reading Un pizzaiolo di strada… Giò Mandara

Il re del cotechino… Ambrogio Saronni

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Castelvetro Piacentino. A pochissimi kilometri da Cremona, in provincia di Piacenza, in regione Emilia Romagna. Qui, i confini, nel corso dei decenni li ha scanditi il Po con le sue anse e i suoi rimodellamenti. Se si entra dalla sponda destra, si è in provincia di Piacenza, altrimenti in quella di Cremona. Il resto è questione di appartenenza, di dialetto e di territorialità. Castelvetro è un’enclave cremonese con le tradizioni gastronomiche strettamente legate a quelle sotto il Torrazzo. Qui, i canneti, le ninfee gialle, le castagne d’acqua e i saliceti del Po si confondono con la cultura del maiale, le sue nebbie, i suoi riti e i suoi insaccati. Continue reading Il re del cotechino… Ambrogio Saronni

Il Parmigiano e la conformazione di un territorio… Umberto Avanzini

Rivalta di Lesignano de’ Bagni. Colli Matildici. Dove l’Appennino parmense ripete se stesso. Con il suo trivio di prospettive, con quella vista che va dalla Toscana alla Liguria, che rimane intruppata in mezzo all’orizzonte. Soprattutto quando la foschia copre la pianura e quelle colline, che non sono del tutto montagne, rimangono sospese per essere osservate. Qui, le increspature e i calanchi del territorio lasciano molto verde e poche costruzioni. Lo charme è distante, soprattutto nella declinazione dell’accento e nel numero di decappottabili. Le vetture s Continue reading Il Parmigiano e la conformazione di un territorio… Umberto Avanzini