Robiola di Roccaverano, grotte e altre storie… Enrico Rossello

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Roccaverano. Secondo tentativo. Giornata di primavera e clima da tregenda. Temperatura tra i 2 e i 5 gradi. Seicento metri d’altezza. Braccia stravolte dalle curve e sguardo in controtendenza sulla quantità di orizzonte. Ad altezza paese (800 metri), la flora collinare inizia a vestire le forme di quella alpina. Abeti e querce tutt’intorno. Stradina che scende, si stringe, si dilania l’asfalto, aumentano le curve a dismisura, gli incroci ne fanno un labirinto, ripido fino quasi in fondo al bosco. Lì termina quella via, proprio all’interno dell’abitazione di Enrico Rossello, quello che non speravi più di trovare. Continue reading Robiola di Roccaverano, grotte e altre storie… Enrico Rossello

Tartarino di Vicoforte e il cioccolato… Silvio Bessone

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Vicoforte. In quell’angolo del Piemonte che guarda la Liguria, tutto è più candido. Sarà la neve, saranno le curve o sarà la compagnia, ma se esistesse ancora un romanziere d’appendice mi chiederebbe in dono quelle due ore come pegno della sua mancanza di fantasia. L’incredibile è la casualità di una decisione presa, ad una rotonda, stretti dai morsi della fame. Il santuario di Vicoforte è una storia, una dedizione e una leggenda, i pellegrini arrivano, hanno i parcheggi dei pullman, hanno un paese che si allarga in una valle e che richiama la religiosità dello sguardo più che del gesto. Continue reading Tartarino di Vicoforte e il cioccolato… Silvio Bessone

En Barlet: la pecora Frabosana in mezzo alla neve… Maria Maddalena Giorgis

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Chiusa di Pesio. Regione Cavanero. Le strade lasciano spazio alle lastre di ghiaccio e a i sentieri. Le case alle raccolte differenziate e ai boschi. Ogni diramazione può essere lo sbaglio decisivo che ti lascia davanti solo la possibilità di spingere la macchina. Gli alberi s’infittiscono con la neve. La presenza umana, già deificata tra le strade di paese una mattina invernale senza desiderio, si fa talmente rada da non lasciare che i solchi del trattore e qualche orma sulla neve. Le Alpi Liguri sono talmente vicino da notarle di meno. Quelle Marittime, che segnano il confine con la Francia, ridanno un po’ d’immaginazione lontana. Gli alberi di castagno rubano la scena agli abeti. L’intorno è di un silenzio senza pace. Straordinario luogo dove perdersi o abbandonarsi. Due case terminano la strada. Se quella non è la meta, sei spacciato. Continue reading En Barlet: la pecora Frabosana in mezzo alla neve… Maria Maddalena Giorgis

Il panificatore non scende a compromessi… Luca Scarcella

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Torino. Borgo San Paolo. A metà strada tra il residenziale e il popolare. A pochi passi da quel Rione Lancia che ha riqualificato l’industrialità regalando parchi, giardinetti, bambinetti e solidarietà. In mezzo agli enormi vialoni suburbani, dei pali bianchi, usciti dalle ricostruzioni dei velieri e degli acquari, installano i marciapiedi, facendo intendere qualcosa di diverso. Binari interrati riconvertiti in opere d’arte danno l’idea di un passato industriale che non esiste più. Spina Centrale: Spina 1. Il tutto è sovrastato da strutture tubolari che ridanno la profondità dei boulevard e la stupidità della domanda perché. La domenica mattina è come se tutto questo fosse il testo. Le persone o non ci sono o scompaiono. La vista è spostata verso l’alto. Continue reading Il panificatore non scende a compromessi… Luca Scarcella

Il pasticciere che fa per me… Marco Vacchieri

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Rivalta di Torino. Ancora cintura torinese ma con accenni di campagne. Le strade si restringono, appaiono le prostitute con i loro fuochi e gli alberi di pioppo. C’è già della tortuosità e la città diventa lentamente paese. Nonostante le araldiche industriali del luogo, Rivalta ha un’anima nobile e diroccata. Castelli, torrioni, mulini, mura di cinta, monasteri, chiese e acciottolati fanno capolino in mezzo ad un mare di condomini massimo tre piani, colori pastelli, balconi dai fiori appassiti e giardinetti salva-bambini. Qui, proletari e borghesi hanno sollazzato per anni in frasi fatte, portinerie e circoli ricreativi. Continue reading Il pasticciere che fa per me… Marco Vacchieri

Una storia di panificazione operaia… Vito Lasorsa

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Torino. L’interno di una bomboniera panificatoria, con finimenti country-franco-provenzali è il più classico degli “inganna l’occhio”. Al di fuori c’è molto silenzio. È una domenica mattina di gennaio, in mezzo ad uno dei quartieri più caratterizzanti la storia della città. Borgo Vanchiglia, ricordato come il borgo del fumo per gran parte del ‘900: emissioni operaie-industriali che pretendevano dalla zona il proprio ruolo proletario ma con il vezzo di rimanere molto vicine al centro. Continue reading Una storia di panificazione operaia… Vito Lasorsa

Inventore, artigiano, produttore, virtuoso… Marco Bernini

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Pozzol Groppo. Spartiacque tra la Val Curone e la Valle Staffora, confine tra la provincia di Alessandria e quella di Pavia. Da un lato la strada si getta nelle località termali, guarda le colline dell’Oltrepò, alterna mele e viti a maiali, dall’altra spiana verso Volpedo e verso i suoi pescheti. Le curve si susseguono, mangiano borghi, aumentano il territorio, diminuendo a dismisura la densità. Quattrocento abitanti scarsi su quattordici kilometri quadrati di superficie, Pozzol Groppo è un paese fantasma, senza centro, con molte frazioni, qualche cascina, un fascino caricaturale dato da un orizzonte senza volgarità e un verde, che diventa grigio per ritornare verde, al limite della voglia di trasferirsi. Continue reading Inventore, artigiano, produttore, virtuoso… Marco Bernini

Fare pasticceria senza un tempo… Sergio Bosca

Canelli. Principio di valle Belbo, letto del Tanaro e alluvione nella memoria. Qui, la Langa Astigiana non è ancora un declivio. Bisogna muoversi, guardare i vigneti e sentire la profondità di paesi dove non c’è più nulla da rischiare. Qui, hanno guardato un territorio e l’hanno sublimato. Anche nella notte, anche tra l’acciottolato del centro, il passaggio del fiume e le rotonde conformi alla legge. Canelli è quel luogo di frontiera alle cui spalle rimanere candidi. Di lì la città, il consumo e il peccato sono un passo non particolarmente affrettato. L’industrializzazione dello spumante è solo quella certezza che esiste un Mondo. Continue reading Fare pasticceria senza un tempo… Sergio Bosca